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domenica 27 novembre 2016

ANALISI GRAFICA GBPPLN


Un cross che mi affascina parecchio come si può vedere dalla scelta grafica, è quello fra la sterlina e lo zloty polacco anche perchè mette di fronte due valute ovviamente condizionate dai loro rapporti con il dollaro americano, ma anche da situazioni politiche importanti. Se il la Gran Bretagna è alle prese con la definizione del Brexit nei suoi termini più delicati, la Polonia vive una nuova fase politica con molte incertezze relative alla situazione europea e la paura per la temuta aggressione russa in stile Ucraina a causa delle politiche attendiste di un Trump che pare voglia limitare l'iniziativa militare a sostegno dei paesi baltici e di quelli dell'Est lasciando campo aperto all'avanzata di Vladimir Putin e delle sue manie imperialistiche.
Da inizio 2016 il grafico ci mostra il calo marcato della sterlina nei confronti dello zloty con la chiusura di venerdi a quota 5,2076 con uno 0,54% di crescita settimanale in un mese di novembre che ha rivisto in generale la ripresa della valuta britannica che in questo caso ha guadagnato ben l'8,45%
Attualmente la resistenza più vicina si trova a quota 5,2794 la cui rottura porterebbe ulteriori possibilità di risalita con test anche della trend line di lungo termine discendente poco sotto il livello di 5,60.
L'indicatore di trend parabolic sar sta sostenendo questo rialzo del recente periodo ma l'oscillatore Williams %R ci ricorda come ci troviamo in un livello di iper comprato che dovrebbe portarci ad un ritracciamento nel breve termine.
La situazione della sterlina resta sempre complicata ed anche se si è ripresa le vicissitudini legate alla formalizzazione del Brexit manterranno sempre una situazione di incertezza con una certa pressione al ribasso a meno che non vengano ratificati accordi particolarmente favorevoli al governo di Theresa May anche se appare improbabile che una già debole Europa si faccia condizionare assorbendo nuovamente maggiori svantaggi rispetto a chi ha scelto di uscire dall'Unione. Teniamo anche presente la posizione importante di Donald Tusk, polacco ed ex componente del suo governo all'interno dell'UE.
CONCLUSIONI. Interessanti possibilità nel breve termine di ingressi short proprio a ridosso dell'attuale resistenza che sta per essere toccata, con target verso la soglia psicologica dei 5,00 ed in caso di rottura ulteriore discesa fino a testare i minimi del 2016 a quota 4,6892 che sembrerebbe il pavimento di questo piccolo canale formatosi di recente.
Da lì si aprirebbe la possibilità di un altro rimbalzo importante con entrata long e classico trading di canale mentre solo la rottura di 5,2794 in maniera convincente, proietterebbe il prezzo verso quota 5,7536 altra bella resistenza toccata nel corso dell'estate appena trascorsa e da cui poi si è scesi conseguentemente al voto Brexit.

ANALISI GRAFICA EURTRY


Dopo il derby fra le valute rifugio di settimana scorsa, CHFJPY, ne ho trovato un altro interessante, quello delle turbolenze. Già perchè EURTRY, è il confronto fra la valuta unica e la lira turca sottoposte a parecchi problemi compreso l'ingresso nell'UE da parte del paese di Erdogan che al suo interno oltre alle problematiche di sicurezza e guerriglie in corso con attentati terroristici purtroppo ogni giorno dietro l'angolo, ha visto lo scontro fra il Premier e la Banca centrale turca che giovedi scorso ha alzato per la prima volta i tassi d'interesse per fermare l'eccessiva svalutazione della lira sopratutto contro il dollaro da cui deriva poi questo cross. La decisione non ha reso felice Erdogan che potrebbe rivedere il mandato relativo alla guida dell'istituto bancario centrale con cui ha sempre avuto rapporti difficili a causa della sua troppa ingerenza in chiave politica.
Dall'altro lato l'euro dovrà affrontare il referendum italiano, le elezioni in Austria con venti di una possibile altra uscita dall'Unione, le elezioni in Francia, quella in Germanie e in Olanda con diversi scenari possibili sullo sfondo poi di una Brexit che ancora si deve concretizzare.
Possibile debolezza in arrivo per l'Euro ma la Lira non se la passa bene ed a livello grafico vediamo l'impennata della moneta unica su quella turca che venerdi ha chiuso a quota 3,6578 con una marcata trendline di breve al rialzo che difficilmente può proseguire senza sosta.
Anche nel lungo periodo però il cross si muove verso la parte nord del grafico chiudendo la settimana in incremento del 2,11% che sta portando il mese di novemebre attualmente in crescita del 7,66 %.
Ichimoku e stocastico non lasciano spazio per ora ad un inversione e nemmeno a segni di debolezza ma mi aspetto un ritracciamento probabile nel breve termine.
CONCLUSIONI. L'euro a mio avviso resterà per parecchio sotto pressione mentre la lira tendenzialmente deve riprendersi qualcosa. Ecco che mi aspetto possibilità di ingresso short alla rottura dei 3,60 fino a toccare la seconda media mobile più lenta intorno ai 3,50. Da qui si può riconsiderare in base anche agli eventi un'opportunità long tenendo come limite il livello massimo toccato di resistenza a quota 3,6851.
Se le incertezze europee si facessero importanti con impatto negativo sulla nostra moneta, ecco che quota 3,4205 potrebbe diventare un target importante su cui poi rimbalzare per la prima volta oppure bucare e rientrare nella precedente fascia di presto da cui è partita l'impennata recente per andare a lateralizzarsi.
Ma la situazione resta molto delicata per gli scenari politici che incombono su questo cross affascinante ma pericoloso.

ANALISI TECNICA USDMXN


Un altro cambio completamente in balia dell'elezione di Trump e delle sue minaccie verbali e politiche è quello fra dollaro americano e peso messicano tanto che la banca centrale del Messico ha dovuto intervenire alzando i tassi d'interesse dello 0,75% per ora con l'effetto solo di limitare la salita della valuta statunitense che era schizzata fino al massimo storico di 21,4129 che abbiamo tracciato come attuale resistenza più importante nel nostro grafico. Dopo aver guadagno l'8,97% settimanale nel post elezioni, il dollaro aveva perso lo 0,46% due settimane fa per poi riguadagnare lo 0,27% la scorsa, a dimostrazione che la situazione è al momento stabile e quindi laterale. Novembre sta tuttavia chiudendo con un incremento del 9,57% mentre venerdi la chiusura settimanale segna 20,6688.
Evidenziato a livello grafico un canale rialzista da inizio 2016, la situazione appare immutabile nel breve termine anche se Trump non ha citato il muro con il Messico fra i programmi principali dei suoi primi 100 giorni di futuro governo. Gli indicatori utilizzati nell'analisi in questione, il MACD e lo Stocastico presentano nel secondo caso una possibile situazione di stallo con ulteriore calo ma solo momentaneo mentre l'ipercomprato è piuttosto evidente nell'altro oscillatore dove potrebbe presentarsi un incrocio per un ingresso di vendita possibile se il dollaro si prenderà una pausa nelle prossime sedute.
CONCLUSIONI. Le opportunità più interessanti sono sicuramente short dove potremmo subito testare il livello di 20,1157 per poi ripartire al rialzo, anche se non sono pienamente convinto con la Banxico sullo sfondo a monitorare questo cambio. La rottura psicologica del livello di 20 permetterebbe di scendere ulteriormanete verso l'altra cifra intera di 19 fino alla soglia dei 18,1646 che rappresenta la zona chiave nel lunghissimo canale rialzista dentro il quale si muove la quotazione attuale. Stessa cosa nel caso invece di ritorno importante verso quota 21 dove si aprirebbe una visione senza punti di riferimenti in termini di valori se non il picco toccato la notte delle elezioni presidenziali ma che non mi convince ancora in pieno.

ANALISI GRAFICA USDJPY


E' il cambio che più di tutti fra le major ha beneficiato in termini rialzisti dell'elezione di Trump, andando a togliere le castagne da fuoco a Kuroda, Abe e la BoJ che non riusciva a far nulla per arrestare l'apprezzamento dello Yen. Correlato positivamente con Wall Street e l'indice Nikkei 225, il dollaro-yen sta letteralmente volando verso livelli impensabili dopo la paura per la Brexit e l'incertezza pre elezioni Usa.
Graficamente sembra anche andare ben oltre le aspettative e senza nessun ritracciamento a ridare vigore a questo rialzo molto marcato ed è forse questa cosa che mi lascia qualche perplessità.
Da inizio anno il trend discendente ha invertito con la rottura del livello dei 102 che stava lateralizzando il cambio da qualche mese. Le ultime tre settimana il guadagno percentuale è andato intorno al 10% con il mese di novembre che si sta attestando sul 8,1% in positivo dopo il 3,43% di ottobre.
La chiusura di venerdi a 113,22 con un massimo a 113,90, ormai prossimo alla soglia dei 114 è un livello di assoluto rispetto e che mi fa pensare ad una forte possibilità di ribasso dato che sia Trump che la prospettiva rialzo tassi della Fed dovrebbero essere ormai scontate. L'ultimo dato in arrivo il classico NFP di inizio mese dovrebbe fornirci le ultime conferme anche se il FOMC si è sempre più mostrato interessato più all'inflazione che non è del tutto raggiunta come obiettivo rispetto ai dati sulla piena occupazione ormai quasi ottenuta.
non sono nemmeno troppo sicuro che il rialzo ci sarà 100% come previsto dal mercato ed anche sulle modalità e sul discorso punti percentuali quindi le sorprese potrebbero essere in agguato.
CONCLUSIONI. A mio avviso le opportunità short sono le più interessanti in quanto fino alla rottura di 114,88 e quindi area psicologica 115 non vedo ulteriori possibilità di rialzo eccessive, Invece fino a 111,70 potrebbe esserci un bel pull-back salutare per poi ripartire long se tutte le premesse scontate finora saranno realmente rispettate. Altrimenti potremmo cominciare a guardare più giù verso 106,93 che però al momento non prenderei in considerazione ma parliamo di un livello molto interessante perchè fa da sparti acque fra due mini canali laterali in cui il cambio si è mosso prima continuare la sua discesa precedente e ripartire nel movimento al rialzo attuale. Graficamente il parabolic sar sostiene la quotazione con l'altro indicatore William %R che pare al momento fermo nella sua posizione di iper comprato che andrà scaricato quanto prima per avere future evoluzioni importanti di prezzo.

ANALISI GRAFICA CACAO


Momento nero per il cacao e non è una provocazione razzista ne tanto meno una battuta, semplicemente la realtà di un calo che pare non conoscere sosta alcuna. A livello di fondamentali pare che la produzione sia prevista in aumento costante sopratutto in Costa d'Avorio uno dei principali produttori. Tuttavia in termini di richiesta secondo un'indagine di Rabobank tramite i suoi analisti sembra che per il 2017 la scommessa sia proprio il cacao in termini di performances.
Attualmente chiudiamo la quarta settimana negativa consecutiva anche se la percentuale di calo tende a diminuire da 6,35% di fine ottobre allo 0,53% della scorsa settimana che ha chiuso a quota 2417$. Novembre però sta terminando con un significativo -11,63% proprio sull'onda delle previsioni future con il meteo che sostiene in positivo le quotazioni.
A livello grafico un principio di ripresa è stato subito bloccato venerdi con una nuova candela heikin-ashi rossa a fine sessione sicuramente preoccupante ma che mantiene inviolato il livello psicologico dei 2400$.
Abbiamo una sorta di canale discendente piuttosto marcato cominciato in piena estate ed in corso tutt'ora che non sembra avere la forza di invertire. La conferma ci arriva dall'Ichimoku in termini di trend mentre lo stocastico è uscito dalla fase di iper venduto ma potrebbe essere semplicemente una fase di scarico per ripartire con forza al ribasso più che un segnale di ripresa anche solo momentaneo.
CONCLUSIONI. La rottura della soglia dei 2400$ sarebbe il segnale per un ingresso short al momento sconsigliato con primo target evidenziato a 2360,25$ e successivamente strada libera in maniera piuttosto ampia. Viceversa se il livello attuale viene mantenuto potremmo dapprima puntare ad un long verso quota 2452,78$, buon livello di pull-back per poi ambire ad invertire la rotta andando a rompere il canale ribassista verso i 2730,68$ livello chiave per un'eventuale ripresa verso l'alto del cacao che in caso di cambiamenti in chiave meteo e coltivazioni potrebbe davvero sorprenderci in positivo.

ANALISI GRAFICA PLATINO


Un'immagine un pò' inquietante ci accompagna in questa analisi così come la situazione del platino appare piuttosto compromessa. L'avvento di Trump ha messo in dura crisi i metalli preziosi, dall'oro sceso per la prima volta sotto i 1200$ all'oncia fino all'argento ed al platino che ha accusato molto il colpo. Nel mese di novembre stiamo perdendo il 7,51% dopo il 4,95% di ottobre e negli ultimi quattro mesi siamo andati oltre il 20% di perdita scendendo da un massimo di 1152,90& all'attuale 908$ chiusura di venerdi.
A livello grafico abbiamo la trend line rialzista che ha accompagnato il 2016 di tutti i preziosi che è stata rotta dopo il secondo punto di contatto ed anche il parabolic sar che ci evidenzia il trend in corso mostra una situazione ribassista preoccupante. Sul CCI non abbiamo segni di inversione ed il livello di iper venduto non è ancora stato raggiunto con una discesa che è stata costante e regolare ma intervallata dai giusti momenti di pull-back necessari a ripartire.
Prima del supporto tracciato a quota 891,55$ di breve termine, assume particolare importanza la soglia psicologica dei 900$ che ci potrebbe proiettare a 831,35 prima con direzione verso il vero supporto a quota La trend line discendente partita da settembre delimita ora l'unica vera resistenza credibile in area 1000 dollari ma in questo momento il trend è chiaramente ribassista dopo la rottura della trend line al rialzo che aveva accompagnato la quotazione durante tutto l'anno.
CONCLUSIONI. Il ri-test della trend line è già stato eseguito ed ha fornito un ottimo rimbalzo per entrare short quindi a questo punto non mi muoverei fino alla rottura della soglia psicologica dei 900$ che non è detto venga frantumata. L'eventualità di un altro pull-back potrebbe presentarsi se non rompe questo livello ed allora il primo target long interessante lo vedrei intorno al valore di 931,69$ da dove ritrovare un altro rimbalzo per un nuovo agguerrito sell, oppure il rientro nella trend line rotta che a cui credo poco per il momento.
Sul fronte platino vanno seguite anche le notizie fondamentali a livello di estrazione e problematiche varie oltre al discorso dollaro che se è stato negativo per questo metallo prezioso ha invece giovato al palladio che essendo usato anche a livello industriale ha rotto il differenziale base che esisteva fra queste due materie prime abbastanza correlate positivamente come oro ed argento.

ANALISI TECNICA INDICE ASX200


Negli ultimi tempi le correlazioni vengono messe un pò in difficoltà in ogni settore e non fa sconti quello sull'azionario dove nonostante alcune valute come ad esempio il super dollaro di questo periodo, anche gli indici salgono alle stelle. Un dollaro australiano tutto sommato in ripresa nel recente periodo non sembra fermare la corsa dell'ASX200 che ha beneficiato della ripresa del settore minerario con gli exploit ad esempio del rame e nickel, ma anche grazie al petrolio in attesa del meeting Opec, mentre l'oro finora ha pagato dazio al dollaro americano. Buoni segnali anche nel settore finanziario e di conseguenza l'indice aussie sta tornando a ridotto dei massimi 2016 con in caso di rottura obiettivo verso i 6000 punti che non vengono raggiunti dallo scorso anno.
Graficamente abbiamo la chiusura di venerdi a quota 5517 con un rialzo settimanale del 2,83% e mensile del 4,39% che va a recuperare il calo del 2,79% del mese di ottobre.
La nostra trendline di inzio anno accompagna il prezzo al rialzo dopo una falsa rottura che non ha invertito il trend e che mantiene i minimi dell'indice intorno ai 5186 punti. La resistenza più importante è posizionata sui massimi annuali a 5597,5 punti valore che comincia ad intravedersi. L'ichimoku che ci mostra il trend in corso evidenzia per bene le aree di resistenza con la nuvola mentre il valore complessivo è ben al di sopra delle medie mobili di riferimento. Il CCI in aggiunta alla nostra analisi si presenta in ipercomprato con necessità di correzione per proseguire al rialzo con una divergenza ribassista in h4 che ancora non ha prodotto il calo atteso.
CONCLUSIONI. Al momento non prenderei in considerazione un'entrata long fino al ritracciamento che appare molto probabile nel breve termine. Un ingresso short con target 5432 prima ed anche 5273 dopo potrebbe essere un'interessante operazione da cui ripartire con successivi acquisti se non avvengono inversioni importanti che vanno a bucare il nostro supporto. A quel punto dai 5600 in su abbiamo altri obiettivi interessanti. In caso contrario ci troveremmo una discesa verso la soglia psicologica dei 5000 punti che rappresenterebbe l'altro target opposto. Tutte operazioni tuttavia non di breve termine.

POTREBBE NON TERMINARE IL TPP GRAZIE ALLE PROPOSTE DI ALTRI PAESI COME IL PERU'

http://www.ilvelino.it/it/article/2016/11/23/economia-peru-propone-accordo-libero-scambio-tra-paesi-asia-pacifico-a/4a92df89-27f7-4a59-9d88-b6e4b1ea675f/

ANCHE L'AUSTRIA PENSA AD UNA POSSIBILE USCITA DALL'EUROPA!

http://www.lavocedeltrentino.it/2016/11/27/austria-lultradestra-pronti-referendum-uscire-dalleuropa/

domenica 20 novembre 2016

ANALISI GRAFICA CROSS CHFJPY DAILY


Ed eccoci ad un derby interessante, quello fra le valute rifugio per eccellenza il cui movimento è determinato da un'altra valuta rifugio che è il dollaro dal confronto matematico con il quale nasce la quotazione di questo cross che di conseguenza non si muove per conto proprio. 
Il 2016 ha prodotto una bella discesa del franco svizzero avantaggio dello yen sempre molto sensibile ai momenti di incertezza e proprio la valuta giapponese si è spesso apprezzata sopratutto sul dollaro americano a causa delle politiche inefficaci della Bank of Japan e del suo mentore Kuroda che ormai senza l'appoggio di Abe e del Governo riesce a fare ben poco in termini di politica monetaria. 
Lo yen troppo forte penalizza l'economia anche se non tutti in Giappone sono d'accordo visto che per le importazione è meglio ma in linea generale si guarda sopratutto ai colossi automobilistici ed all'elettronica in termini di export. 
Solo grazie a Trump ed al possibile rialzo tassi da parte della Fed lo yen è tornato a respirare e dopo che a partire da giugno il trend negativo si è stabilizzato in un canale laterale, gli ultimi eventi stanno spingendo il franco svizzero al rialzo con la preoccupazione che stavolta passa a Thomas Jordan e la sua BNS che già ha dichiarato di voler intervenire per fermare la corsa del franco svizzero al rialzo in un'economia che già sforre di tassi negativi e stimoli vari anche qui inefficaci. 
Bel derby dunque al momento a vantaggio yen in termini di svalutazione perchè in questo grafico daily dove uso insieme le candele heikin-ashi che mi puliscono di molto il grafico e l'indicatore Ichimoku "cugino" delle candele utilizzate per determinare il trend, vediamo come la quotazione stia salendo fortemente e si sia lasciata alle spalle la kumo o nuvola che rappresentava la nostra importante resistenza. 
Sotto il prezzo sono rimaste anche le due medie mobili dell'indicatore e quindi al livello attuale di 109,52 possiamo vedere come nuovo target verso l'alto subito 109,78 e successivamente 111,70 dove passa una seconda trend line che ho tracciato di recente visto che la prima risulta ormai fuori causa da qualche tempo. 
Ecco però che inserendo anche l'oscillatore CCI e considerati i fondamentali a livello di notizie e dichiarazioni, il movimento rialzista pare cominciare ad indebolirsi e sarà interessante monitorarlo con lo stesso sistema su time frame minori da h4 fino ad h1.
CONCLUSIONI. Al momento non prenderei in considerazione ingressi long, ma terrei d'occhio un salutare pull-back per aprire posizioni short con target sicuramente verso 107,80 e non sarei nemmeno troppo sicuro nel breve di tentare nuovi rialzi vista la posizione della banca centrale svizzera e la sensibilità dello Yen ad eventuali incertezze sulle politiche di Trump ancora tutte da attuare. 105,89 resta un altro livello interessante per lo short mentre per il momento la parte bassa del canale a quota 102,48 non la considero un obiettivo reale almeno nel breve termine. 

ANALISI TECNICA CAMBIO USDNOK DAILY


Il cambio fra dollaro americano e corona norvegese è fortemente se non totalmente quasi in maniera automatica condizionato dal movimento del Brent Oil, in quanto la Norvegia è una grande produttore di petrolio nel mare del Nord. L'unica forte oscillazione al ribasso registrata un paio di mesi fa è stata quando a sorpresa la banca centrale norvegese non ha tagliato i tassi d'interesse come invece era nell'aria e questo fatto ha fortemente rafforzato la corona da cui dipendono anche i movimenti delle altre due monete scandinave, quella danese e quella svedese, mentre un pò a se resta la corona islandese dove a sorpresa l'economia si sta evolvendo molto bene nell'ultimo periodo. 
Dopo questo evento il forte apprezzamento del dollaro dopo l'elezione di Trump sta riportando la corona ai livelli di inizio 2016 da dove è partita la trendline al ribasso che ho tracciato e che ha accompagnato la quotazione durante tutto l'anno. Questa linea discendente è stata ora rotta in maniera importante ed attualmente alla chiusura di venerdi siamo sul livello di 8, 5963 corone norvegesi per un dollaro americano. 
Il prezzo è molto lontano dalla linea tratteggiata del parabolic sar che ci dà una visiona rialzista d'insieme e ci conferma una notevole forza rialzista. Abbattuto il target di 8,5763, il prossimo obiettivo diventa 8,6921 ma non senza probabilmente un fisiologico pull-back necessario per mantenere forte il trend. 
Con il poco utilizzato ma molto interessante indicatore Williams % R vediamo come il livello di iper comprato deve assolutamente scaricarsi e per questo sarà interessante vedere come aprirà la nuova settimana per capire anche se il dollaro in linea generale fermi la sua corsa o inizi a considerare come già scontato tutto l'insieme di notizie legale alla nuova politica di Trump. 
CONCLUSIONI. Con il movimento del Brent Oil sullo sfondo mi aspetto sicuramente delle possibilità di ingresso short per un ri-test della trendline di lungo periodo rotta, magari anche verificando una possibile falsa rottura visti già i due importanti rimbalzi nel corso di questo 2016, sempre in questo punto. Un ritorno e quindi possibile target verso gli 8,3603 potrebbe essere il nostro obiettivo su cui focalizzare la nostra operazione mentre un'entrata long solo dopo aver individuato un buon livello di supporto per ripartire al rialzo e che al momento non si è ancora creato dopo questo forte movimento rialzista dell'ultimo periodo. 

ANALISI TECNICA CROSS EURNZD


Uno dei cross che mi piace meno questo EURNZD e forse per questo mi ha incuriosito nell'ultimo periodo dopo essere entrato nel più classico dei canali di lateralità. Sia l'euro che la valuta neozelandese sono in difficoltà da una parte con le politiche sempre troppo espansive della BCE di Mario Draghi e dall'altra con la RBNZ che per bocca di Wheeler il suo Governatore oltre ad aver abbassato di nuovo i tassi d'interesse si è pure ripromessa di intervenire direttamente sulla propria moneta in caso di ulteriore apprezamento. Uno stile tipico della NBS di Thomas Jordan che tuttavia non sta avvenendo almeno per il momento. 
I rapporti con il dollaro sono ovviamente importantissimi essendo questo un cross derivato e non una major ed anche qui abbiamo la debolezza evidente di entrambi sopratutto però della moneta unica che ha toccato livelli che non si vedevano da molto tempo. 
A livello grafico dopo un altro periodo di lateralità da fine 2015 fino a giugno 2016, abbiamo avuto un'accelerazione al ribasso con il rafforzamento del dollaro neozelandese per poi rientrare di nuovo in un canale evidenziato nel rettagolo colorato. La chiusura di venerdì è stata a quota 1,5109 e gli estremi del canale li vediamo rispettivamente a 1,5758 nella parte alta e 1,49,21 in quella bassa. Anche il parabolic sar che funge da identificatore del trend in atto oscilla senza una netta direzione così come l'altro indicatore Williams  % R mantiene i suoi valori di riferimento nel pieno di una fase laterale. 
CONCLUSIONI. Il raggiungimento della parte bassa del canale fa pensare ad una possibile ripartenza verso l'alto con apertura di posizioni long di breve respiro anche se un segnale preciso ancora non lo abbiamo. Il primo target sarebbe tuttavia poco sotto 1,5400 dove passa la trendline ribassista degli ultimi sei mesi che potrebbe comprimere ancora di più il canale. Allargando il grafico in caso invece di rottura della parte bassa del pavimento dell'attuale trading range, aprirebbe l'opportunità di un ingresso short con obiettivi importanti visto che livelli chiave particolari non ci sono. Ecco che da 1,4500 fino a 1,4200 ed 1,3900 arrotondando su cifre intere potrebbero essere i target graduali. Resta un cross che si muove poco e le occasioni vanno colte immediatamente per poter ottenere qualcosa in termini di pips. 

ANALISI TECNICA ZUCCHERO CFD DAILY


Lo spostamento dei capitali dei grandi fondi d'investimento dallo zucchero, con la chiusura di molte posizioni long, ha attirato la mia attenzione. Solo la scorsa settimana questa materia prima ha segnato un pesante calo del 7,14% in termini di prezzo ed in assenza di dati fondamentali rilevanti. Graficamente non possiamo non notare come la trendline di lungo termine rialzista sulla quale poggiano almeno tre candele nel corso dell'anno è stata violata in maniera decisa ed ha portato all'attuale cifra di 20,20$ con cui abbiamo chiuso venerdì sera il trading settimanale. Dopo la violazione recente dei 22,10$ con escursioni fino al massimo livello annuale di quasi 24$ (23,88$), il prezzo è rientrato in un mini canale che dopo il rientro sotto i 22$, ha portato alla violazione della trendline di lungo a quota 20,96$.
Ulteriori discese potrebbero essere molto pericolose anche per la notizia circa l'uscita di grossi capitali da questo mercato che sembra si concretizzerà verso l'inizio del 2017, nei primi mesi dell'anno nuovo. Lo stocastico ci mostra come dalla soglia di ipervenduto potrebbero arrivare segnali di leggera ripresa per poi probabilmente proseguire al ribasso. Da monitorare anche il cambio USDBRL che come per tutte le materie prime quotate in dollari, potrebbe indebolire la quotazione con la valuta americana in deciso rafforzamento.
CONCLUSIONI. Il ri-test della trendline rotta e quindi un deciso pull-back potrebbe essere il nostro primo obiettivo nel breve per entrate long ma a mio avviso da monitorare resta il livello di 18,66 vero e proprio sparti acque vero il crollo della quotazione dello zucchero in prospettiva futura. All'interno del canale attuale assume importanza anche il livello di 19,62$ che rappresenta il fondo di un altro mini canale di movimento della quotazione.

ANALISI TECNICA SEMI DI SOIA


La soia è una materia prima fra le più interessanti capace di buone escursioni di prezzo. Al momento vive una fase di incertezza per due motivi:
-la situazione scorte e produttiva che sembra ancora abbastanza elevata rispetto alla domanda
-il dollaro americano che ancora non permette di capire anche il vero effetto Trump sull'agricoltura
Per questo gli ultimi due mesi il prezzo si sta lateralizzando senza riuscire a trovare una via ben precisa e chiude venerdi scorso a quota 993,12$.
Il 2016 era iniziato con un'ottima fase al rialzo che ancora sta accompagnando il prezzo dopo la notevole flessione a partire dall'estate e che da luglio ha incanalato il prezzo in un range compreso fra 1035,61$ e 940,76$. Se uno non è appassionato di trading di canale, comprando sui minimi e vendendo sui massimi senza oltretutto avere garazie, ecco che ci troviamo in un momento abbastanza decisivo per capire se la soia risalirà alle quotazioni di inzio anno o perderà nuovamente vigore. Una piccola nota interessante è che di recente il prezzo ha recuperato un precedente gap di apertura che sembra aver vreato un'area importante di supporto sulla quale poter prendere decisioni di investimento redditizie.
Quest'area sembra essere intorno quota 982, 81$ ed al momento anche l'impostazione del parabolic sar sembra ancora indicarci una fase discendente di fondo anche se ci troviamo nel breve termine senza un andamento preciso.
CONCLUSIONI. Finchè la nostra linea ascendente verrà mantenuta intatta, sono propenso a considerare posizioni long già a partire da adesso in direzione di 1013,98$ già toccato poco tempo fa e successivamente 1035$, livello chiave per aprire veri e propri scenari bullish, una volta magari chiarite le posizioni di Trump nel settore agricolo. L'eventuale rottura netta del livello di 940$ e della trendline citata, sarebbe l'occasione per completare la discesa del prezzo verso i livelli toccati nel 2015 scendendo bruscamente ed anche in maniera importante verso gli 840-850$ dove prima era incanalato il prezzo. Il primo scenario al momento mi sembra più verosimile.

ANALISI GRAFICA BRENT OIL


Il petrolio del mare del Nord, il Brent segue fedelmente il WTI, ma essendo meno tradato fa sempre parte della mia serie di strumenti alternativi su cui lavorare. Come segnalato anche per il petrolio greggio nelle scorse analisi, la settimana scorsa abbiamo avuto una ripresa dei prezzi, dovuta sia alle chiusure di molte posizioni short da parte di chi aveva speculato al ribasso, sia per le notizia positive ed ottimistiche provenienti dall'Opec e dalla Russia che hanno contro bilanciato le solite scorte negative dell'ultimo periodo. Restano parecchi dubbi circa l'Iran, i rapporti Cina-Venezuela per ulteriori aumenti di produzione e lo shale oil americano con i pozzi Baker Hughes in aumento a dir poco continuo e preoccupante in termini numerici.
Graficamente abbiamo chiuso la settimana leggermento in calo rispetto a come eravamo partiti andando a segnare 46,81$ al barile. Mi sono divertito a tracciare tre diverse trendline rialziste nel corso dell'anno dopo che a causa delle ultimi delusioni abbiamo visto come tutte venivano bucate regolarmente fino a scendere su livelli pericolosi a quota 41,69$. mentre recentemente ci siamo fermati poco sopra i 43$.
Il primo supporto citato è fondamentale per non avere un crollo verso l'area dei 37,33$ caso che potrebbe avvenire solo se nel meeting del 30 novembre a Vienna venissero a mancare i presupposti per la ratifica dell'accordo di Algeri con conseguente fallimento del piano di taglio della produzione con scenari ancor più ribassisti fino a livelli all'inizio 2016 che rappresentano la discesa più bassa dell'Oil nel periodo recente.
La risalita del prezzo sta incontrando le prime resistenza importanti per ritornare sopra i 50$ ma in questo momento più dell'analisi tecnica a farla da padrone saranno le notizie e tutta la speculazione che le circonda.
CONCLUSIONI. Il movimento al rialzo dovrebbe continuare dopo la leggera flessionale accusata e per questo sarà interessante individuare ingressi long con traget sopra i 48$ nel breve fino ad un possibile ritorno a 51,03$ ed in caso di accordo a Vienna anche 53,09$ per poi sognare come paventato da alcuni analisti un Brent oil a 60$ per fine anno. Lo short a parte qualche rimbalzo tenico lo prenderei in considerazione nel momento di un eventuale fallimento del meeting dove ci si troverebbe con una caduta piuttosto consistente. Da tenere sempre in conto come i movimenti più importanti si hanno sulla base delle notizie e quindi cercare di capire quanto queste vengano scontate pienamente dal mercato. Inoltre la componente dollaro è fondamentale visto che la forza della moneta Usa è stata a mio avviso responsabile del recente rallentamento del rally rialzista dell'oro nero.

ANALISI GRAFICA INDICE AEX25



Fra gli indici europei non viene spesso preso in considerazione, ma visto che a me piace fare operatività alternativa, l'indice dei Paesi Bassi, di Amsterdam, città bellissima, rientra fra quelli da me analizzati questa settimana. 
Le prossime elezioni politiche olandesi in chiave anti-immigrazione e l'incertezza generale sui mercati europei, tiene sotto pressione anche l'AEX25, che però in questo 2016 come possiamo vedere dal grafico è in deciso rialzo. 
Gli elementi chiave che vanno a condizionare i componenti dell'indice in questione sono i soliti, dall'energetico con il gas di cui l'Olanda è il secondo produttore dell'UE con il mitico giacimento di Groningen, fino al settore della ricerca dove vengono fatti numerosi investimenti per passare poi al bancario che è abbastanza solido ma risente in generale della crisi delle grandi banche europee. A livello PIL sicuramente ci sono dati economici interessanti così come è sceso recentemente il tasso di disoccupazione mentre per l'inflazione abbiamo storicamente dati bassi ed abbastanza contenuti sempre nell'ordine fra l'1% ed il 2%. 
La grafica ci mostra come con l'Ichimoku che visivamente indirizza il nostro trend, siamo a ridosso di una zona di resistenza con la chiusura di venerdi a quota 450,83 punti. Dall'estate i valori sono andati a lateralizzarsi con una fascia di movimento fra i 435,39 ed i 458,99 con qualche punta anche oltre i 460 punti. 
Anche l'indicatore Williams non ci mostra particolari segnali di forza sul daily con la nostra trendline rialzista che a parte una recente falsa violazione ci conforta nella nostra previsione rialzista. 
CONCLUSIONI. Il leggero calo degli ultimi giorni e la bassa forza nel ripartire mi fa pensare all'opportunità di trovare un buon ingresso long con target prefissato a quota 459 punti prima e perchè no anche successivamente 465, difficili da raggiungere con un'unica operazione. Prenderei in considerazione lo short  solamente in caso di rottura sotto i 440 punti anche se visto questo piccolo canale formatosi recentemente si potrebbero trovare ingressi di vendita proprio sul rimbalzo contro l'attuale livello che si è già registrato diverse volte. 

domenica 13 novembre 2016

ANALISI GRAFICA CRUDE OIL SETTIMANALE


Una breve analisi con grafico settimanale mi permette di introdurre quello che sarà un market mover importante di questo mese, esattamento alla fine, il 30 novembre a Vienna, meeting OPEC. Sarà qui che si deciderà il futuro dell'OIL mentre nel corso del mese vivremo solo di speculazione senza troppa logica.
In realtà questo interessante grafico weekly ci mostra come innanzitutto il petrolio da fine 2014 sia sceso dai 107 dollari, cifra ora impensabile, agli attuali 43,13, inoltre nel corso del 2015 e fino ai giorni nostri si può evidenziare un canale che determina il trading range più o meno attuale con target predefiniti su cui impostare un'operatività importante nel lungo termine.
In poche parole, arrotondando da 29 dollari di minimo a 60 dollari di massimo, questa materia prima dovrà trovare fra poco la sua strada verso l'una o l'altra direzione, a meno che non si stabilizzi in maniera ancora incerta a metà strada che per ora si trova sui 40 dollari, livello che potremmo raggiungere nel breve viste le pessime notizie circa accordi difficili da ratificare ed eccessi record nei livelli di produzione e scorte.
Importante notare come una trendline rialzista sia partita dall'inizio del 2016 e venga ora messa sotto pressione dalla ripida discesa del prezzo in questa settimana con lo stress elezioni, con il dollaro forte e con le brutte notizie dal report dell'Opec.
CONCLUSIONI. Personalmente visto anche l'Ichimoku che ci propone una kumo come valido supporto e sapendo che è l'Opec stessa con le sue dichiarazione improvvise a manipolare il prezzo non insisterei troppo con lo short che può comunque proseguire verso area 40,04$. Sarei invece propenso per attendere segnali importanti per ingressi long anche frazionati con diversi target disponibili da qui a fine mese, stando attenti alle trappole evitabili proprio non lavorando troppo sul lungo termine.
Livelli intorno a 46-47 sono raggiungibili e se poi gli accordi di Algeri troveranno la conferma scritta a Vienna non solo i 50& ma anche i 60 potrebbero divenire obiettivi importanti come previsto anche da alcuni analisti.
Diversamente il baratro fino a sotto i 30 dollari al barile potrebbe davvero aprirsi ma non so a chi converrebbe realmente

ANALISI TECNICA USDBRL


Uno dei cambi più importanti a livello sudamericano e che si è mosso parecchio nella bagarre delle elzioni presidenziali Usa, è sicuramente dollaro contro real brasiliano. La mia osservazione di questo cambio è tutta legata alle materie prime dove va molto ad incidere sui prezzi, in particolare per caffè ( in netto calo dopo un boom), cacao e zucchero (entrambi con situazioni grafiche da cui possono derivare operazioni da monitorare). Anche mais e soia  risentono in parte delle evoluzioni di questa coppia valutaria.
A livello grafico il 2016 ci ha portato ad un rafforzamento consistente del real con la trendline discendente che è stata testata solo una volta in maniera considerevole. Dai circa 4,1582 real per un dollaro siamo passati all'attuale 3,3914, chiusura di venerdi ma con un'importante novità. La trendline ribassista che aveva già vacillato qualche tempo fa, è stata abbattuta ed il prezzo è salito oltre l'importante resistenza dei 3,3494 disegnando candele verdi giornaliere molti importanti ed alcuni spike notevoli.
Merito della forza del dollaro americano dovuta sia alla calma apparente dopo l'elezione Trump che alle dichiarazioni ottimistiche in chiave Fed per il rialzo dei tassi di fine anno. Prossimi obiettivi a 3,4833 e successivamente 3,6056. Tuttavia un ri-test del canale rotto recentemente e che durava da circa sei mesi sarà possibile se non inevitabile.
CONCLUSIONI. L'uscita con lo stocastito dall'area di iper comprato fa propendere per un tiracciamento importante dopo la forza notevole del trend che ha rotto canale e linea ribassista di grande importanza. La vecchia resistenza dei 3,3494 ci farà da supporto per aprire long position con target ambiziosi quali abbiamo stabilito, ma sarà a suo volta un target per un pull back, anticipando magari la chiusura di posizioni short di breve periodo. Sotto i 3,20 e precisamente a quota 3,1256, abbiamo il pavimento del canale laterale rotto di recente ma la situazione ancora non troppo chiara in Brasile a livello governativo non mi fa prendere in considerazione per ora questi livelli.

ANALISI TECNICA CROSS GBPNZD DAILY E H4


La sterlina è stata un pò la protagonista del dopo elezioni americane, con un giorno di ritardo anche se vogliamo dire. Movimenti decisi ed in forte recupero su quasi tutte le altre valute. Mi ero ripromesso di non entrare sui cross con la valuta britannica anche perchè c'è sempre tutta l'evoluzione Brexit ancora in corso e suscettibile sempre di notizie a sorpresa dell'ultim'ora. Quel gap o flash crash che dir si voglia però a mio avviso prima o poi andava compensato ed il punto più buoi del pounds sembrava raggiunto. Ecco perchè ho trovato interessante questa analisi rapportata al dollaro neozelandese che fra taglio tassi e dichiarazione del Governatore della RBNZ Wheeler su una sorta di "open mind", circa interventi di correzione sulla propria valuta, potrebbe permettere alla sterlina di risalire ampiamente, cosa per'altro già in parte completata.
Il primo grafico daily ci mostra la rottura si una sorta di cuneo ribassista che ha portato il prezzo all'attuale 1,7706 chisura di venerdi. La kumo dell'indicatore Ichimoku sta per venire attraversata e rappresenza un'importante zona di resistenza abbattuta la quale dopo un probabilissimo e salutare pull back, avremo un target addirittura intorno a 1,8235, per poi sognare persino 1,8920, chiusura del gap-flash crash, notizie permettendo.
Se però la resistenza attuale opporrà una strenua forza andando a ritestare 1,7693 ecco che potremmo riportarci a ridotto della parte alta del cuneo ribassista a quota 1,6801 anche se credo si fermerà molto prima con l'attuale view più che rialzista.
Passando invece al secondo grafico in h4 con l'ausilio dell'ottimo indicatore CCI, notiamo subito come si sia formata una divergenza ribassista che ci avverte di un possibile ritracciamento prima di proseguire al rialzo con un primo target a 1,7505 e poi perchè no anche ad 1,7400 circa andando poi a rimbalzare probabilmente sull'altra trendline ribasisista rotta in precedenza di breve periodo.
CONCLUSIONI. Al momento non entrerei sicuramente long, anzi abbiamo un'ottima possibilità di pull back con target breve, ma sicuramente visti le situazioni di fondamentali che riguardano le due valute, terrei in considerezione una possibilità successiva al ritracciamento di buy sul multiday con target ambiziosi.

ANALISI TECNICA CROSS AUDCHF DAILY




Il franco svizzero è una valuda molto importante quando le condizioni di mercato sono di forte incertezza e quindi di ricerca di asset sicuri. Come lo yen ed anche il dollaro viene visto come valuta-bene rifugio con forte affluenza di capitali nei momenti di RISK-OFF. Nella situazione attuale, già vista anche nella mia precedente analisi fra euro e lo stesso franco, aspettiamo un'importante inversione perchè lo stesso Thomas Jordan e la BNS, non accettano un franco cos' forte. 
A livello grafico molto allargato, vedi la prima figura, abbiamo un canale regolare di ben due anno dove il prezzo si è mosso fra i valori di 0,7741 e 0,6814. Venerdi il mercato ha chiuso a quota 0,7456 perdendo nella giornata che chiudeva la seconda settimana di novembre lo 0,75% a causa di un franco in generale ancora forte, ma sopratutto del calo della valuta australiana che negli ultimi tempi ho notato parte sempre a razzo ma poi perde spesso tutti i guadagni della giornata se non oltre. 
D'altronde abbiamo una situazione dove la RBA d'Australia con il nuovo Governatore Lowe ha deciso di non toccare più i tassi, mentre le condizione per il target inflazione sono apparse ultimamente discretamente buone. Restano poi le correlazione con petrolio, oro e minerari che hanno tuttavia pesato sul dollaro australiano in maniera considerevole. 
Tornando al secondo grafico per chiarire meglio l'operatività possibile da seguire ci troviamo con una trend line di lungo termine che in questo 2016 ha sostenuto il prezzo in maniera regolare con la discesa attuale che dovrebbe al massimo trovare supporto verso gli 0,7400 franchi svizzeri per un AUD. 
Il recente calo ha messo in evidenza un'importante resistenza a quota 0,7575 target oltre il quale potremmo andare a toccare i livelli massimi del canale biennale attuale. 
Lo stocastico non ha ancora preso una posizione con un livello intermedio da cui ci aspettiamo un segnale al più presto. 
CONCLUSIONI Il miglioramento del clima sui mercati e la possibile ripresa anche parziale del petrolio, possono offrirci la possibiliyà di entrate long sopratutto a ridotto del livello di 0,7400 con un bel target in prospettiva magari con l'aiuto dell'intervendo della BNS. Tuttavia finchè il prezzo non rimbalzerà in caso di rottura dello stesso livello evidenziato, potremmo avere occasioni short con altro target verso 0,7259 in corrispondenza della trendline chiave rialzista.A quel punto, rottura o rimbalzo apriranno altri scenari d'entrata redditizzi come ogni trading di canale, il cui andamento è spesso regolare dai livelli più bassi a quelli superiori.  

ANALISI TECNICA INDICE HANG SENG DI HONG KONG-MERCATI ASIATICI


La mia passione per l'Oriente e la sua cucina ma anche per le città e la cultura asiatica, mi porta a dare sempre un occhio agli indici capitanati dal Nikke 225 giapponese, ma che offronto spunti interessanti anche fra gli altri. In particolare l'Hang Seng, di Hong Kong di cui fa parte anche il famosissimo Prada.
Nel rapporto analizzato precedentemente prendendo in considerazione anche il mercato obbligazionario ed i metalli preziosi, abbiamo stabiliti che il fine settimana ci ha trainato in una fase definita di RISK-ON. Tuttavia se da una parte i mercati azionari dovrebbero salire, sall'altra troviamo in molte altre circostanze, sopratutto in Asia, la paura per il rialzo graduale dei tassi da parte della Fed. Ecco perchè così come successo con oro e argento venerdi, anche l'Hang Seng è crollato abbastanza pesantemente andando a perdere oltre il 3% in un solo pomeriggio di contrattazione del futures a mercato locale chiuso.
L'indice segna attualmente i 22238,5 punti ben al di sotto della kumo che ci traccia tramite indicatore Ichimoku, la zona di supporto-resistenza del prezzo nell'ultimo periodo. Non abbiamo un vero e proprio supporto di riferimento in questa zona, il primo più o meno a quota 22644,6 anche se è una zona non molto colpita con effetti di rimbalzo a livello temporale recente.
La trendline di lungo periodo antecedente il 2016 è ribassista, mentre dall'anno in questione ci troviamo in una fase di rialzo che per ora sostiene la quotazione. Un'altra trendline di breve da metà estate, tracciata da me, alla ricerca di un riferimento nel breve periodo sta per essere testata in questa settimana e se bucata potrebbe portarci verso il livello più basso toccato nel recente periodo a quota 21504,9 punti dove poi passa anche la linea rialzista che ha supportato il rialzo del nostro indice nel 2016.
CONCLUSIONI. Il ri-test e rimbalzo sull'attuale livello e la trendline di breve dopo il crollo di venerdi, potrebbe aprirci degli spunti long intraday in attesa anche di alcuni dati dalla Cina che influenzano e molto questo indice. Se il rapporto fra dollaro americano e quello di Hong Kong non ha risentito molto delle elzioni presidenziali e del rialzo dei tassi, l'indice però subisce molto la preoccupazione dei mercati asiatici.
La view di fondo resta quindi ribassista con possibili traget poco sopra i 22000 punti e molto più in basso in caso di rottura di questa sogli psicologica. Per un long di ritracciamento, 23207 resta il target massimo restando di manica larga.

ANALISI GRAFICA MAIS


Materie prime in evidenza con il mais che in settimana ha ricevuto importanti notizie relative al prezzo con le proiezione del Conab. Ebbene se non abbiamo grosse variazioni in temini di esportazione, dall'altro il livello produttivo e quella delle scorte si prospetta piuttosto elevato sia come resa che come magazzino. Ecco dunque che il prezzo potrebbe non essere sostenuto in questa fase dell'anno e all'inizio del prossimo con i coltivatori che aspettano anche un deprezzarsi del real brasiliano per ottimizzare i loro conti. La valuta locale ultimamente ha accusato il colpo contro il dollaro e questo potrebbe essere un ulteriore segnale. Ma l'analisi fondamentale ha un senso se si unisce a quella grafica ed eccoci sul daily con candele giapponesi a capire in che direzione potremmo andare.
Dopo la discesa perentoria partita da luglio a quota 440$, la quotazione è andata via via comprimendosi fino a creare una sorta di lateralità incanalata fra i valori di 372,27 e quello di 319,32 con un minimo toccato poco sopra i 300$.
Nell'ultimo periodo all'interno di questo canale ci siamo ritrovati in una nuova fase di compressione con il livello attuale di 340,25usd che ha chiuso la settimana che sta per rompere un triangolo andatosi a creare fra i valori di 356,20$ e 338,66$. Lo stocastico è situato in una fase di ipervenduto, ma la sensazione che accompagna i fondamentali è quella di una continuazione ribassista piuttosto importante.
CONCLUSIONI. La violazione del livello di 338,66 rappresenta il nostro punto di ingresso short con target interessante ai limiti del canale più grande con possibilità di toccare di nuovo i minimi più recenti al di sopra dei 300$. Se questa trend line rialzista dovesse però tenere, non mi sorprenderei di una possibilità di ripresa che a livello grafico, usciti dal triangolo di compressione ci offre traget molto ambiziosi. Per poter pensare però ad un long, molto redditizio a livello grafico, abbiamo bisogno di nuove proiezioni sui dati produttivi e di scorte che al momento non ci forniscono spunti positivi anche se sono sempre soggetti a variazioni molto speso contradditorie.

ANALISI TECNICA SILVER



Il fine settimana ci ha portato al crollo dei metalli preziosi, primo fra tutti l'argento con una performance negativa del 7,50% sicuramente imprevista dato che siamo passati con l'elezione di Trump da una modalità mercati di RISK-OFF a quella di RISK-ON, in maniera repentina e molto violenta in termini di movimenti. Non mi aspettavo sicuramente un crollo così marcato ma la mia personale interpretazione è quella relativa alle dichiarazione da parte del FOMC per bocca di Fisher circa un rialzo graduale dei tassi d'interessa, cosa che spaventa molto sia il mercato aurifero che quello dei preziosi in generale, dall'oro ovviamente fino a platino e palladio che però poi subiscono altre dinamiche circa le richieste e la lavorazione, manodopera e questioni sindacali delle zone di estrazione, questo per gli ultim idue metalli in questione.
Graficamente a livello daily e con l'ausilio dell'indicatore Ichimoku in linea di visione generale, abbiamo un prezzo che attualmente si trova a quota 17,33 usd dopo essere crollato dal livello di 18,62 da dove dopo gli spike anche oltre i 19 dollari è cominciato il vertiginoso movimento ribassista della giornata di venerdi pomeriggio dopo le 14.30 circa.
Quella zona rappresentava anche  un importante punto di resistenza delimitato proprio dalla kumo del nostro indicatore ma la cosa che subito balza all'occhio è che la discesa ha infranto due tren line rialziste di cui una di lungo termine che correva parallela ad un'altra linea rialzista che andava a comporre un canale verso l'alto che ha accompagnato tutto l'anno il prezzo così come per l'oro e gli altri preziosi causa la fase di incertezza generale sui mercati dalla Brexit in avanti.
Rotta anche un'altra tren line di breve, messa lì per provare a sostenere il prezzo ed adesso il livello di 17,37 sarà decisivo, in primo luogo per un pull back ed in secondo perchè se confermata la discesa oltre questa cifra, ci troveremo nuovamente in caduta libera fino a 15,96 circa che rappresenta su grafico settimanale l'oscillazione minima del prezzo dal 2015 ad oggi fino ad oltre i 20 dollari per la parte più alta di questo trading range biennale.
CONCLUSIONI. Dopo una caduta del genere non prenderei al momento in considerazione ingressi short ma andrei a monitorare il comportamento del prezzo in fase di ri-test del livello orizzontale di 17,37. A questo punto potremmo individuare anche la possibilità di entrare long con target ancora a ridotto ma sotto i 18 dollari per poi pensare di ripartire nella corsa al ribasso dove il target è molto più ambizioso e sicuramente a livello dei 16 dollari. Importanti saranno anche le notizie che accompagneranno la creazione del governo Trump e l'evoluzione rialzo tassi d'interesse della Fed.